Atlantide, ritrovata?

[sg_popup id=”2″ event=”onload”][/sg_popup][sg_popup id=”2″ event=”onload”][/sg_popup]Quando si è bambini si vorrebbe prosciugare il mare per un attimo per vedere tutti i tesori dei pirati.
A volte, lo si vorrebbe fare anche da adulti per recuperare i tesori preziosi del passato, come nel caso delle navi greche che riposano nel mare di Gela, in contrada  Bulala.
Una prima fase è stata già compiuta con l’aiuto dei volontari dell’Associazione “Mare Nostrum”, ma c’è ancora molto da fare: recuperare il prezioso carico, della seconda nave rinvenuta in questo meraviglioso mare.
Alcuni anni fa, è stato fatto un importante rinvenimento di quattro navi greche  e dei loro carichi, che la sabbia ha gelosamente custodito per millenni.
La scoperta è di portata mondiale, perché sono stati rinvenuti alcuni lingotti di oricalco, una preziosa lega simile all’oro che si narra essere stata usata anche nella mitica città di Atlantide.
Il Sopraintende del Mare, Prof. Sebastiano Tusa, ce ne ha amorevolmente spiegato l’importanza e predisposto una breve scheda su questo ritrovamento.
Confessiamo che siamo rimasti attoniti rispetto all’eco di questa scoperta così importante e anche un po’ vergognosi del nostro non-conoscere quanto accade all’archeologia italiana, ma al contempo ci ha confermato che interessarci direttamente al nostro patrimonio artistico supportandolo con raccolta fondi, è di estrema importanza.
Come ignorare l’appello lanciato a marzo 2017 dal Sopraintende del Mare su una nota testata nazionale,  per una raccolta fondi per il recupero marino dei reperti?
Se ignorassimo questa richiesta di aiuto/sostegno,  verrebbe meno il senso civico ed autorizzeremo di  fatto, tombaroli privi di scrupoli a calarsi nelle acque di Gela ed appropriarsi indebitamente di qualsiasi reperto di inestimabile valore. Una soluzione c’è per salvare il relitto greco di Gela, tutti insieme come quando si aiuta un automobilista in panne, donando 2, 5,10 euro sarà possibile raccogliere i circa 200.000 euro necessari.
Stiamo parlando di donare 5, 10 euro, che di certo non cambiano la nostra, la vostra vita!
Vediamola così, ogni micro donazione è una goccia che insieme a tante altre gocce, realizzerà  un progetto che merita la nostra attenzione e quella di tutto il mondo: salvare la nave greca di Gela!
Sapete che dietro ad uno scavo archeologico marino o terrestre si muovono micro economie? Pensare solo ad archeologi è riduttivo, perché l’archeologia ha bisogno di strumenti, di servizi (es. trasporti, ristorazione, alloggiamento, macchinari, ecc); insomma uno scavo intorno a se, ha la vita reale di ogni giorno,  ne fruisce direttamente sostenendola.
L’attività archeologica  prevede il coinvolgimento di tantissime persone, ognuna di loro ricopre ruoli indispensabili.
Il recupero ha diversi fasi; dapprima si procede con uno speciale tubo aspirante a smuovere la sabbia che ricopre il relitto e i suoi manufatti. Successivamente il team provvede a fare i rilievi, a “mapparlo” creando la relativa documentazione e successivamente si procede a riportare in superficie quanto il mare ha gelosamente custodito. Dal momento in cui  il carico e il fasciame della nave tornano in superficie, inizia la fase di pulizia e restauro alla cui fine inizia la fase di studio e di esposizione al pubblico. Il mare quindi ci restituirà il  carico, presumibilmente votivo,  proveniente dalle rotte dell’Oriente, come Turchia e Grecia con statuette votive, elmi, suppellettili di vita quotidiana e speriamo nuove sorprese come gli oricalchi.
Ecco, perché è importante partecipare con la nostra micro donazione! I nostri 2, 5 10 euro possono fare qualcosa di speciale, rendendoci mecenati senza essere miliardari!
Siamo più ricchi con un caffè, più in salute con una sigaretta oppure partecipando alla campagna 4everItaly per la nave di Gela?
Questo appello è rivolto a tutti i cittadini del mondo, perché l’arte e la storia non hanno una sola bandiera: il patrimonio artistico italiano, è patrimonio di tutti i cittadini del mondo!
Approfondimenti: Profilo_Sebastiano_Tusa e Scheda_Oricalco_prof_Tusa

Per sostenere il progetto, puoi donare ad Associazione Prima Archeologia – Partanna

BANCA DON RIZZO CREDITO COOPERATIVO
IT 47 U 08946 81910 000020104633
Cod. BIC  ICRAITRRQAO

Lingotti di oricalco

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